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Sex Work

La prostituzione in Europa… oltre i pregiudizi

Da Amsterdam a Berlino, da Stoccolma a Budapest, un racconto documentato e vivace sul variegato mondo del sex work. L’autore cerca di abbattere barriere etiche e opinioni precostituite, descrivendo nel concreto i luoghi d’esercizio e raccogliendo molteplici testimonianze dirette: non vi sono solo vittime di tratta, ma anche tante persone consapevoli e assolutamente soddisfatte della propria scelta di vita. Uno stimolo a rivedere anche le politiche italiane verso la prostituzione, da riconoscersi come un lavoro a tutti gli effetti, con relativi diritti e doveri.

Stralci del libro

Leggi qualche estratto

9. CENTRI BENESSERE FKK

(paradisi terrestri per gli uomini, luoghi sicuri per le ragazze)

Negli ultimi anni (dopo il 2002) sono nati e si sono affermati sempre più in Germania, così come in Austria e in Svizzera, i moderni centri benessere FKK (da Freikörperkultur – cultura del corpo libero, o nudismo), che hanno portato ad una nuova concezione dei bordelli: non più luoghi dove trascorrere solo mezz’ora o un’ora, il tempo per consumare un rapporto sessuale, bensì grosse aree ricreative multifunzionali dove fare una sauna o un idromassaggio, sentire musica, consumare una lauta colazione o cena, fare un bagno in piscina e vedere calcio o tennis su maxischermo, oltre che incontrare belle ragazze e naturalmente avere con loro uno o più rapporti sessuali. Alcuni club dispongono persino di aree all’aperto dove in estate è possibile sdraiarsi al sole, stare in piscina e fare grigliate.  CONTINUA A LEGGERE

  1. IL QUARTIERE A LUCI ROSSE ST. PAULI A AMBURGO (ovvero una trappola per turisti)

Il turista che arriva a St. Pauli per la prima volta inizialmente viene affascinato: luci, locali di striptease, teatri e belle ragazze, al 95% tedesche, nelle stanze-vetrina della Herbertstraße, all’interno delle Laufhäuser della Reeperbahn e “appostate” sui marciapiedi sempre della Reeperbahn, della Davidstraße e della Hans-Albers-Platz.  La vita del quartiere appare tutto sommato tranquilla, con coppie eleganti in fila davanti ai teatri o sedute ai tavoli di caffè. Non immagina lontanamente che rischia di passare una pessima serata, a meno che si limiti a un tipico Wurst al chiosco Lucullus o a un musical alla Operettenhaus!

L’esperienza meno a rischio per il turista è quella di entrare in un locale notturno, con una bevanda già inclusa nel biglietto d’ingresso, inferiore a 20 euro, e assistere a uno show erotico.  Qui il turista, se non sarà così ingenuo da offrire qualcosa da bere a una ragazza che verrà a sederglisi vicino, uscirà dal locale incolume, più o meno soddisfatto dello spettacolo sexy. Altrimenti un atto di cortesia come ordinare due spremute d’arancia potrebbe costargli molto caro (360 euro!), per non parlare di un bicchiere di champagne. CONTINUA A LEGGERE

  1. DECADENZA DEL QUARTIERE DE WALLEN?

Il quartiere De Wallen dal 2000 ad oggi ha subìto una parziale decadenza. A determinarla sono state le politiche delle autorità olandesi da un lato e i comportamenti di diverse sex workers dall’altro. La prima cosa che si può notare è come le ragazze olandesi, per i motivi già esposti, siano quasi scomparse dalle vetrine. Molte prediligevano la fascia oraria pomeridiana, che meglio si adattava alla loro vita personale e familiare. Con loro sono diminuiti anche i clienti olandesi; la politica portata avanti dalle autorità, che dipingono il quartiere, del tutto impropriamente, come un luogo oggetto di attività criminali, dissuadendo la gente del posto dal frequentarlo, contribuisce a tenerli lontani da De Wallen.  Le offerte su Internet hanno inoltre dirottato molti clienti su altre opzioni, rispetto alle stanze-vetrina: escort ma anche offerte di sesso libero nelle vicinanze. Alcune ragazze in De Wallen soffrono, più che in passato, la concorrenza dei, pur ridotti, coffee-shops; notano come tra i giovani turisti con pochi soldi molti si trovino a scegliere tra canne a 3 euro e sesso a 50 e optino per le prime, rinunciando quindi a “visitare” le vetrine. CONTINUA A LEGGERE

7. PROSTITUZIONE SU STRADA

Guadagni delle prostitute e vantaggi (!) dell’attività in strada

I guadagni delle ragazze su strada non sono oggi così buoni come 20 anni fa.

A metà anni ’90 arrivarono in Italia molte ragazze dalla ex-Jugoslavia, in particolare dalla Bosnia, alcune di straordinaria bellezza. A Roma la polizia faceva rari controlli e all’Eur la notte vi erano centinaia di prostitute, a pochi passi l’una dall’altra, che in tutta tranquillità consumavano i rapporti sessuali, in auto o a piedi, nei parcheggi o nei giardini lungo la Cristoforo Colombo, in prossimità del luogo di adescamento, incuranti di dare nell’occhio. CONTINUA A LEGGERE

Cosa dicono del libro

Recensioni e considerazioni sul libro

Un libro fondamentale per contrastare l’odioso stigma sociale che incombe nel nostro paese sulle e sui sex workers e sulla loro clientela.

Giulia Crivellini

Tesoriera di Radicali Italiani e membro di direttivo dell’Associazione Certi Diritti

Grande Libro! Finalmente un’analisi seria e approfondita del fenomeno della prostituzione in Europa.

Giorgio Pasetto

Presidente di Area Liberal e Coordinatore Gruppo +Europa Verona

Testimonianze

Ecco alcuni estratti delle testimonianze presenti nel libro

GERMANIA

“Siamo un centro nudisti e di wellness, un’azienda come altre che ospita ed offre un posto sicuro alle ragazze, che altro non sono se non imprenditrici del sesso (…) tolte dal Far west della strada, liberate dagli sfruttatori, qui da noi le prostitute si trasformano finalmente in imprenditrici autonome (…). La situazione da voi in Italia al confronto è un dramma, mentre qui la prostituzione è un lavoro come un altro.”

(Vanessa Rahn, manager dell’“Artemis”, centro benessere FKK di Berlino, dichiarazioni riportate da “l’Espresso”  il 24 luglio 2007 e l’8 giugno 2015)

AUSTRIA

Io mi sento bene a fare questo lavoro. Non mi posso immaginare a lavorare in un negozio, per esempio. Sarebbe noioso… Io non voglio cambiare lavoro, anche se la società ritiene che ciò sarebbe meglio di quello che faccio adesso…” (prostituta ungherese che lavora a Vienna in una Laufhaus)

Testimonianza tratta dal libro “Pictures of a reality” a cura di Indoors, ottobre 2012.

SVIZZERA

Vuoi chiedermi se mi sento sfruttata o umiliata? La risposta è no: lo sfruttato è il cliente, che paga per avere l’illusione di stare con me ma in realtà paga solo il mio tempo come in qualsiasi altro lavoro. Se qualcuno non mi ispira fiducia, posso sempre rifiutarlo. E all’interno del locale la sicurezza è totale, basta premere un bottone per essere soccorsa dalla security. Mi chiedo perché non si applichi lo stesso modello in Italia, dove le ragazze battono in strada abbandonate a se stesse

(dall’intervista di una prostituta italiana, sotto lo pseudonimo di Stefania, frontaliera del sesso in Svizzera, “Donna Moderna”, 12 gennaio 2017)

ITALIA

Per motivi analoghi, anche la prostituzione dovrebbe essere legalizzata. Altrimenti, il “mestiere più antico del mondo” continuerà a essere esercitato nelle condizioni peggiori, per strada, nelle piazze o nei parchi pubblici, compromettendo l’igiene, il decoro e l’ordine pubblico.

(Giovanni Valentini, giornalista e scrittore, nel suo editoriale su “la Repubblica”, riguardante la legalizzazione della cannabis, 17 luglio 2015)

OLANDA

Ogni paese dovrebbe legalizzare la prostituzione; è parte della società. Ai nostri occhi è una professione, un modo di fare soldi; è importante che siamo realisti su questo. La maggior parte della gente pensa che legalizzare la prostituzione vuol dire approvarla, ma ciò può essere un modo per affrontarla, organizzarla e renderla più sicura. La prostituzione non è una cosa cattiva; è cattiva soltanto se viene svolta contro la volontà di una persona. Le donne, nella maggior parte dei casi, prendono questa decisione da sole.

(Mariska Majoor, ex prostituta, fondatrice del PIC, Prostitution Information Centre, dichiarazione riportata da “The Monitor”, 24 agosto 2006)

ALTRE REALTÀ EUROPEE

Prima non andavamo lontano con i clienti, trovavamo un parcheggio lì vicino. Ma ora i clienti vogliono andare in qualche posto isolato perché hanno paura. Questo non mi piace. C’è più rischio che possa accadere qualcosa di brutto

(Silvia, prostituta di strada in Norvegia, dichiarazione riportata da “The Indipendent”, 27 aprile 2014)

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